Arroccata su una collina che domina la valle del fiume Naro, a pochi chilometri da Agrigento, Naro è una delle gemme nascoste della Sicilia, una città d’arte che sorprende il visitatore con la ricchezza del suo patrimonio storico e architettonico, in particolare con i suoi magnifici esempi di Barocco siciliano. Non a caso, nel corso dei secoli, si guadagnò l’appellativo di “Fulgentissima”, a testimonianza del suo splendore e della sua importanza strategica ed economica.
Le origini di Naro sono antichissime, probabilmente sicana, ma è nel periodo medievale e moderno che la città raggiunse il suo massimo sviluppo. Dominata dall’imponente Castello Chiaramontano, uno dei meglio conservati della provincia, costruito nel XIV secolo dalla potente famiglia che governò gran parte della Sicilia, Naro fu un centro demaniale di grande rilievo, sede di uffici amministrativi e residenza di famiglie nobili. Un aneddoto storico significativo lega Naro ai Vespri Siciliani (1282): si narra che la città fu una delle prime a ribellarsi al dominio angioino, dimostrando un fiero spirito di indipendenza.
Ma è passeggiando per le vie del suo centro storico che si coglie appieno la magnificenza di Naro. Dopo il devastante terremoto del 1693, che colpì duramente la Sicilia orientale ma ebbe ripercussioni anche in quest’area, la città visse una straordinaria stagione di ricostruzione e rinnovamento edilizio in stile Barocco. Chiese, conventi e palazzi nobiliari furono riedificati o ristrutturati con una profusione di decorazioni, stucchi, intagli e soluzioni architettoniche scenografiche che trasformarono il volto della città.
I Gioielli Barocchi di Naro
Tra i gioielli del Barocco narese spiccano la Chiesa Madre (ex Collegio dei Gesuiti), dedicata a Maria Santissima Annunziata, con la sua imponente facciata settecentesca e gli interni riccamente decorati; la Chiesa di San Francesco, considerata uno degli esempi più puri ed eleganti del Barocco locale, con una splendida facciata concava e un interno armonioso; la Chiesa di Sant’Agostino, con il suo scenografico scalone; e la Chiesa del Santissimo Salvatore, dalla caratteristica pianta ellittica.
Un dettaglio interessante è la presenza di maestranze locali altamente qualificate (architetti, capimastri, scultori, stuccatori) che seppero interpretare il linguaggio Barocco con originalità, creando uno stile “narese” riconoscibile per la sua eleganza e la sua misura, meno esuberante forse di quello di Noto o Ragusa, ma non meno pregevole.
Oltre alle chiese, il tessuto urbano è impreziosito da numerosi palazzi nobiliari, con i loro portali scolpiti, le mensole elaborate sotto i balconi in ferro battuto e gli stemmi gentilizi. Passeggiare per le vie acciottolate di Naro, scoprendo scorci inaspettati, cortili nascosti e fontane antiche, è come fare un tuffo in un’atmosfera d’altri tempi.
Un aspetto meno noto ma affascinante è la presenza di antiche tradizioni religiose e popolari ancora molto sentite, come la festa di San Calogero, patrono della città, celebrata a giugno con una processione partecipatissima e suggestiva, durante la quale la statua del santo viene portata a spalla per le vie della città tra canti, preghiere e lo sparo di mortaretti. Si racconta che la devozione per San Calogero sia così radicata da superare ogni divisione sociale, unendo l’intera comunità in un momento di grande fede e identità collettiva.
Nonostante la sua ricchezza storica e artistica, Naro rimane una meta relativamente fuori dai circuiti turistici di massa, conservando un’autenticità preziosa. Questo permette una visita più tranquilla e approfondita, un contatto più diretto con la realtà locale. Negli ultimi anni, sono stati fatti sforzi per valorizzare il patrimonio cittadino, con restauri di monumenti e iniziative culturali, ma molto resta ancora da fare per promuovere adeguatamente questa “Fulgentissima” città d’arte.
Visitare Naro significa scoprire un capitolo importante della storia siciliana, ammirare capolavori del Barocco in un contesto urbano armonioso e vivere l’esperienza di una città che, pur custodendo gelosamente il suo passato, cerca di guardare al futuro senza perdere la propria anima. È un invito a rallentare il passo e a lasciarsi sorprendere dalla bellezza che si cela dietro ogni angolo.