By using this site, you agree to the Privacy Policy and Terms of Use.
Accept
Agrigento PostAgrigento PostAgrigento Post
Font ResizerAa
  • Home
  • Territorio
    • Protagonisti
  • Politica
  • Luoghi
  • Stile di Vita
  • Cultura e Tradizioni
  • Sport
Reading: Il Cammino della Santuzza: Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina
Share
Font ResizerAa
Agrigento PostAgrigento Post
Cerca
  • Home
  • Territorio
    • Protagonisti
  • Politica
  • Luoghi
  • Stile di Vita
  • Cultura e Tradizioni
  • Sport
Follow US
Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina
Agrigento Post > Blog > Cultura e Tradizioni > Il Cammino della Santuzza: Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina
Cultura e Tradizioni

Il Cammino della Santuzza: Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina

Marzia Venezia
Last updated: Maggio 3, 2025 8:21 pm
Marzia Venezia - Marzia Venezia
Published Maggio 2, 2025
Share
SHARE

Tra le montagne silenziose e i boschi rigogliosi dei Monti Sicani, nel cuore della provincia di Agrigento, si cela un luogo di profonda spiritualità e bellezza naturale: l’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina. È qui, secondo una tradizione secolare, che la giovane nobile Rosalia Sinibaldi, futura patrona di Palermo, visse per dodici anni in ascesi e preghiera prima di trasferirsi sul Monte Pellegrino. E proprio a questo luogo sacro è legata la festa più importante e identitaria di Santo Stefano Quisquina, un evento che, ogni prima domenica di giugno, trasforma il paese e i sentieri del bosco in un palcoscenico di fede, folklore e partecipazione comunitaria.

GP Driver

La storia del legame tra Santa Rosalia e la Quisquina affonda le sue radici nel XVII secolo. Nel 1624, mentre Palermo era flagellata dalla peste, le ossa della Santa furono ritrovate sul Monte Pellegrino. Nello stesso periodo, secondo la tradizione, due muratori palermitani giunsero a Santo Stefano Quisquina guidati da un’apparizione della stessa Rosalia, che indicò loro il luogo dove aveva vissuto da eremita: una grotta nascosta tra le querce secolari del feudo della Quisquina.

All’interno della grotta fu trovata un’iscrizione in latino attribuita alla Santa: “Ego Rosalia Sinibaldi Quisquinae Et Rosarum Domini Filia Amore D.ni Mei Iesu Christi In Hoc Antro Habitavi” (Io Rosalia Sinibaldi, figlia del Signore della Quisquina e delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo abitai in questa grotta). Questa scoperta diede origine a un culto intenso e alla costruzione, attorno alla grotta, di un suggestivo complesso eremitico, oggi meta di pellegrinaggi durante tutto l’anno.

Ma è la festa di giugno a rappresentare il culmine della devozione popolare. I festeggiamenti iniziano già nei giorni precedenti, ma il momento centrale è la domenica mattina, quando una folla di fedeli, molti dei quali a piedi, si reca in pellegrinaggio all’Eremo, distante alcuni chilometri dal paese. L’atmosfera è carica di attesa e devozione. All’interno del santuario, incastonato nella roccia e circondato da un bosco magnifico, si svolgono le funzioni religiose. 

La Festa di Santa Rosalia a Santo Stefano di Quisquina

Il momento più atteso è l’uscita solenne del Busto Reliquiario argenteo di Santa Rosalia, un’opera d’arte pregevole contenente alcune reliquie della “Santuzza”. Un dettaglio toccante è vedere la statua portata a spalla dai devoti fuori dalla penombra del santuario, accolta dagli applausi e dalle preghiere della folla radunata nel piazzale antistante.

Inizia così la lunga processione di ritorno verso Santo Stefano Quisquina. Il Busto della Santa, scintillante sotto il sole di giugno, avanza lentamente lungo la strada che scende dalla montagna, seguito da un corteo immenso.

La processione è caratterizzata da elementi unici che fondono sacro e profano. Spicca la presenza di numerosi cavalli riccamente bardati e dei loro cavalieri in costume tradizionale, che aprono e accompagnano il corteo, un omaggio alla tradizione equestre locale e un elemento di grande spettacolarità. Si racconta che, in passato, la partecipazione dei cavalieri fosse ancora più massiccia e legata a promesse e voti fatti alla Santa. Lungo il percorso, non mancano momenti di preghiera collettiva, canti devozionali e le tradizionali “mmasciate” (ambasciate), messaggi augurali recitati in rima dialettale.

L’arrivo del Busto in paese è un momento di grande emozione. La statua viene accolta dallo sparo di mortaretti, dal suono festoso delle bande musicali e dalla folla che gremisce le vie principali. Il simulacro viene portato nella Chiesa Madre, dove rimarrà esposto alla venerazione dei fedeli per alcuni giorni. La festa continua con manifestazioni civili, spettacoli musicali, la fiera e i giochi pirotecnici serali, trasformando Santo Stefano Quisquina in un centro di grande animazione.

Ma la festa non si conclude qui. Il martedì successivo, si svolge il rito inverso: la processione “di ritorno” all’Eremo. Il Busto di Santa Rosalia lascia la Chiesa Madre e, accompagnato nuovamente dai fedeli, dai cavalieri e dalle bande, ripercorre la strada verso la montagna per tornare nella sua dimora silenziosa tra i boschi della Quisquina. Questo secondo pellegrinaggio, forse meno affollato ma non meno sentito, chiude il ciclo festivo, riconsegnando la Santuzza alla pace del suo eremo.

Un aneddoto popolare racconta di come, durante il tragitto di ritorno, la statua sembri diventare più “pesante”, quasi a simboleggiare la riluttanza della Santa a lasciare il suo popolo, un modo per esprimere il profondo legame affettivo tra la comunità e la sua protettrice celeste.

La Festa di Santa Rosalia alla Quisquina è molto più di un semplice evento religioso. È l’espressione più autentica dell’identità di Santo Stefano Quisquina, un momento in cui la comunità si ritrova unita attorno alla sua storia, alla sua fede e al suo territorio. È un pellegrinaggio che attraversa paesaggi di straordinaria bellezza, unendo la devozione intima della grotta eremitica alla partecipazione corale della festa popolare, in un connubio affascinante che si rinnova ogni anno, testimoniando la forza intramontabile delle tradizioni nel cuore della Sicilia montana.

You Might Also Like

Agrigento, un oceano di folla per San Calò

Sciacca celebra San Pietro tra tradizione e spettacolo

Agrigento, musica tra i templi: una festa da Capitale

Notte europea dei musei, sabato sera a un euro in tutta la Sicilia

I Dolci Segreti del Monastero: L’Eredità delle Benedettine di Palma di Montechiaro

Share This Article
Facebook Email Print
Leave a Comment

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Top News
macco di fave
Cultura e Tradizioni

Macco di Fave: Un Tuffo nella Storia e nei Sapori di Agrigento

Marzia Venezia
Marzia Venezia
Gennaio 27, 2025
Cipolla Paglina di Castrofilippo: radice antica, sapore di identità
Pachino rende omaggio ad Agrigento Capitale italiana della Cultura
Scala dei Turchi Chiude di Nuovo: Ordinanza del Commissario dopo la Sfiducia al Sindaco
Terme di Sciacca, la città si prepari al futuro
- Advertisement -
Ad imageAd image

Chi Siamo

Supplemento di Meridio Post in procinto di Registrazione presso il Tribunale di Palermo. Contribuisce all’audience di Media Post Network Editore: Mediartika P.Iva 07278520825 Redazione: info@agrigentopost.it

Network

  • Palermo Post
  • Trapani Post
  • Salento Post
  • Catania Post
  • Messina Post
  • Agrigento Post

Network

  • Ragusa Post
  • Caltanissetta Post
  • Paese delle Streghe
  • Teatro in Polvere
  • NewtonLab24
  • Quale Conto

Magazine

  • Sport in Sicilia
  • Be in Sicily
  • Bomba Sicilia
  • Misto Lana
  • Palermo Bio
  • Cinema senza Barriere

Info

  • Privacy Policy
  • Contatti
  • Segnalazioni
  • Pubblicità
  • Codice Etico
logo
Welcome Back!

Sign in to your account

Username or Email Address
Password

Lost your password?