Ribera (AG) – Quattro pannelli imbrattati, fra cui quello con il volto di Alcide De Gasperi e un altro dedicato alla pace. È il bilancio del grave atto vandalico che ha colpito la mostra “Servus inutilis. De Gasperi e la politica come servizio”, allestita nella chiesa Maria Santissima del Rosario nell’ambito della Festa dell’Amicizia. Sui pannelli, scarabocchi con simboli ideologici – stella e falce e martello – tracciati con pennarello.
Durissima la condanna della Democrazia Cristiana. «Il gesto vandalico offende non solo la memoria di uno statista esemplare, ma anche il senso civico e il rispetto per la cultura e la storia repubblicana», affermano Totò Cuffaro, segretario nazionale DC, Laura Abbadessa, presidente DC Sicilia, e l’on. Carmelo Pace, capogruppo DC all’Ars. «Colpire De Gasperi significa colpire i valori fondanti della nostra Repubblica: libertà, solidarietà, impegno per il bene comune. La Democrazia Cristiana non si lascerà intimidire da simili atti di inciviltà. Continueremo a promuovere la memoria, il pensiero e l’eredità morale di Alcide De Gasperi con ancora maggiore determinazione. La politica del servizio, come insegnava De Gasperi, è più forte di ogni provocazione».
L’esposizione ripercorre il contributo dello statista trentino alla costruzione della democrazia italiana, proponendo un itinerario civile e culturale sul significato della politica come servizio. L’episodio ha scosso organizzatori e visitatori, che hanno parlato di un gesto “meschino e regressivo”, lesivo degli spazi di confronto e della tutela della memoria. Volontari e tecnici hanno avviato un primo intervento per rimuovere le scritte senza danneggiare ulteriormente i supporti.
Le forze dell’ordine hanno raccolto elementi utili all’identificazione dei responsabili, anche attraverso eventuali riprese delle aree circostanti. Il Comune e i promotori stanno valutando l’installazione di telecamere e un presidio più stretto degli spazi espositivi, soprattutto nelle ore serali.
Il messaggio che arriva da Ribera è netto: difendere la memoria di figure fondative della Repubblica non è esercizio retorico, ma pratica quotidiana di cittadinanza. Proteggere luoghi e mostre significa garantire la possibilità, per tutti, di incontrare la storia e di misurarsi con i suoi valori nelle forme del rispetto e del dialogo.


