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ospedale di ribera
Agrigento Post > Blog > Dalla Politica > Ribera, 15 sindaci uniti per salvare l’ospedale
Dalla Politica

Ribera, 15 sindaci uniti per salvare l’ospedale

Marzia Venezia
Last updated: Luglio 13, 2025 9:22 am
Marzia Venezia - Marzia Venezia
Published Luglio 13, 2025
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Un fronte compatto, una voce sola e una controproposta dettagliata per difendere e rilanciare il proprio ospedale. Quindici sindaci e presidenti dei consigli comunali del distretto di Ribera hanno inviato una lettera all’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, per chiedere modifiche sostanziali al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. L’obiettivo è chiaro: garantire che l’ospedale “Fratelli Parlapiano” non sia solo un presidio di “zona disagiata” sulla carta, ma un centro sanitario efficiente e realmente operativo.

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La piattaforma unitaria è nata da un incontro che si è tenuto a Ribera l’11 luglio, in vista della Conferenza dei Sindaci di domani. Le istituzioni locali, insieme al comitato civico, hanno messo nero su bianco la loro visione per il futuro della sanità nel loro territorio, un’area vasta, interna e spesso svantaggiata.

Gli amministratori accolgono con favore alcune delle previsioni del piano regionale, come quelle per i reparti di Medicina, Lungodegenza e Neuroriabilitazione. Ma su altri punti cruciali, avanzano richieste precise e strategiche.

La proposta più articolata riguarda una riorganizzazione a “incastro” per salvare il reparto di Geriatria. I sindaci suggeriscono di configurare la Terapia Intensiva con 6 posti letto ordinari e 4 di Terapia Intensiva Respiratoria (UTIR). Questo libererebbe 4 posti letto dalla Pneumologia, che potrebbero essere aggiunti ai 12 previsti per la Medicina Interna, portandola a 16. Questi posti, a loro volta, potrebbero essere equamente divisi tra Medicina Generale e Geriatria, preservando così una branca clinica fondamentale per un territorio con un’alta percentuale di anziani.

Un altro punto fermo è il “no” al ridimensionamento del reparto di Chirurgia Generale. La bozza regionale prevede una drastica riduzione a soli 2 posti letto ordinari. I sindaci chiedono di mantenere la configurazione attuale (6 posti letto) per una ragione molto semplice: “evitare la fuga del personale medico e tutelare la stabilità operativa del reparto”.

Le richieste non si fermano qui. Per i servizi di Radiodiagnostica e Laboratorio Analisi si chiede un potenziamento di tecnologie e personale per ridurre il ricorso alla reperibilità, mentre per la Cardiologia si chiede di integrare il servizio diurno h12 con la reperibilità notturna, per garantire una copertura completa e una migliore integrazione con l’ospedale di Sciacca.

La lettera dei quindici sindaci non è una semplice protesta, ma una proposta costruttiva. È la voce di un intero territorio che rivendica il proprio diritto alla salute e chiede “equità territoriale”, presentando un piano dettagliato per trasformare il proprio ospedale in un polo di efficienza al servizio di decine di migliaia di cittadini.

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