Agrigento – La terza edizione della Festa dell’Amicizia della Democrazia Cristiana si è conclusa con il confronto intitolato “La politica tra passato e presente”, che ha riunito figure di primo piano della scena istituzionale: Roberto Formigoni, Giuseppe Scopelliti, Francesco Storace, Rosario Crocetta, Claudio Durigon e Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC.
A tracciare il bilancio è stato proprio Cuffaro, che ha lanciato un messaggio netto: «Occorre umanizzare la politica. Dobbiamo rimettere al centro la persona, perseguire il bene comune e guardare con attenzione ai più fragili. Oggi assistiamo a uno scontro esasperato che rischia di logorare il dibattito pubblico: la politica deve tornare a essere contrapposizione ideale e non scontro di forza».
Dalla tre giorni sono emerse proposte dai sette tavoli tematici, che hanno toccato questioni cruciali per il futuro del Paese, dal lavoro alla sanità, dalla legalità allo sviluppo locale. Per Carmelo Pace, capogruppo DC all’Ars, il dato più significativo è stato la partecipazione: «Il popolo della Democrazia Cristiana è arrivato da tutta Italia, confermando che la politica è dialogo, incontro e condivisione. Idee e progetti nati qui diventeranno il nostro impegno da domani».
La Festa si conferma così come spazio di elaborazione e confronto, in cui la tradizione della DC si intreccia con la ricerca di un nuovo linguaggio politico: meno rissoso, più vicino ai bisogni reali, capace di costruire consenso attorno al valore della comunità e della solidarietà.

