A Favara, sull’Asilo nido, un voto disatteso e una decisione che spacca la maggioranza.
Nella seduta più recente del Consiglio Comunale di Favara, è stata approvata una mozione che avrebbe dovuto guidare l’amministrazione verso una collocazione condivisa per il nuovo asilo nido comunale, un progetto da 60 posti finanziato con fondi del PNRR. Tuttavia, la decisione del sindaco Antonio Palumbo di individuare un’area diversa da quella indicata nella mozione ha generato frizioni e sollevato interrogativi sull’orientamento politico e istituzionale della sua Giunta.
La mozione in questione, presentata dai consiglieri Miriam Indelicato, Giuseppe Lentini, Paolo Dalli Cardillo, Mariano Lombardo, Antonio Cipolla, Onofrio Nipo, Salvatore Montaperto, Mariagrazia Agnello, Antonio Vullo e Marco Bacchi, impegnava l’amministrazione a individuare un sito alternativo, nel rispetto delle normative e delle procedure previste. Pur con alcune assenze al momento del voto (Bacchi, Vullo e Montaperto), il documento è stato approvato anche grazie ai voti favorevoli di Gerlando Nobile e della Presidente del Consiglio, Miriam Mignemi.
A votare contro sono stati i consiglieri Pasquale Cucchiara, Salvatore Fanara, Gaspare Castronovo, Carmelo Sanfratello e Angelo Airó Farulla. La divisione politica si è evidenziata ulteriormente nel momento in cui è emerso che la Giunta, guidata dal sindaco, aveva già preso la decisione di costruire l’asilo in via Cicero e De Francisca, in prossimità di un’antenna in fase di installazione da parte della compagnia Wind 3 S.P.A.
Antenna e asilo: una scelta controversa che divide anche gli ambientalisti
La polemica si è intensificata quando è stato rivelato che la nuova collocazione dell’asilo nido si trova a poca distanza da un impianto di telefonia mobile in costruzione, la cui installazione era stata precedentemente contestata proprio dal sindaco Palumbo. In un ribaltamento che ha lasciato interdetti consiglieri e cittadini, lo stesso Palumbo – che si era pubblicamente opposto all’antenna – ha proposto l’area adiacente per ospitare la nuova struttura per l’infanzia.
A rendere la questione ancora più spinosa è il fatto che la scelta del sito contravviene a un regolamento comunale adottato nell’aprile dell’anno precedente. Tale norma vieta esplicitamente l’insediamento di impianti di telefonia mobile in prossimità di scuole o strutture frequentate da minori. Eppure, appena qualche mese dopo, l’amministrazione ha deciso di localizzare l’asilo proprio vicino a uno di questi impianti.
I consiglieri firmatari della mozione, rappresentati in aula da Miriam Indelicato e dalla Presidente Mignemi, hanno espresso profondo dissenso, accusando la Giunta di non aver coinvolto il Consiglio nella scelta finale e di aver agito in maniera incoerente con i principi ambientali dichiarati. In particolare, è stato messo in evidenza come i consiglieri di area ambientalista siano rimasti in silenzio o abbiano faticato a giustificare la posizione assunta dal sindaco, creando imbarazzo all’interno della stessa maggioranza.
Accuse di incoerenza e mancanza di trasparenza
Il clima in aula si è fatto teso, culminando con la sospensione temporanea della seduta dopo un intervento di Palumbo ritenuto provocatorio e poco chiarificatore. Le accuse dei consiglieri si sono concentrate su quella che definiscono una “mancanza di garbo istituzionale”, lamentando l’assenza di comunicazione formale da parte del primo cittadino e il sistematico scavalcamento delle deliberazioni consiliari.
I firmatari della mozione sottolineano che la nuova collocazione dell’asilo nido non compare in alcun piano triennale o elenco annuale delle opere pubbliche, e che nei documenti ufficiali è ancora indicata la sede originaria, ovvero Favara Ovest. Secondo loro, la responsabilità della nuova scelta ricade unicamente sul sindaco e sulla sua Giunta, che avrebbero agito senza un’adeguata copertura istituzionale e in palese contrasto con le normative vigenti.
L’episodio ha dunque acceso un dibattito più ampio sul ruolo del Consiglio Comunale, sulla trasparenza amministrativa e sul rispetto delle procedure democratiche. Le voci critiche si dicono preoccupate per il messaggio che emerge: quello di un’amministrazione che chiede l’approvazione di progetti in Consiglio, per poi modificarli senza confronto o motivazione, imponendo scelte unilaterali.
L’intera vicenda del nuovo asilo nido, anziché rappresentare un segnale positivo di sviluppo per la comunità, si è trasformata in un caso politico che mette in discussione coerenza, metodo e visione della classe dirigente locale. Il futuro della struttura è ora avvolto da polemiche, incertezze normative e un clima di diffidenza che rischia di minare la fiducia tra cittadini e istituzioni.