AGRIGENTO – Il ronzio delle attrezzature per le indagini geotecniche nel rione Santa Croce di Agrigento segna un momento storico, quasi catartico, per la città dei Templi. Non si tratta di semplici sondaggi preliminari, ma del primo passo concreto per attuare un ambizioso progetto di riqualificazione urbana che mira a sanare una ferita aperta da quasi sessant’anni, quella lasciata dalla devastante frana del 1966. Con un nuovo finanziamento regionale da 2,9 milioni di euro destinato specificamente alla creazione di alloggi a canone sostenibile, il pacchetto complessivo di investimenti per Santa Croce si avvicina ora ai 21 milioni di euro, una cifra imponente che testimonia la volontà di trasformare radicalmente questo quartiere simbolo del centro storico.
Santa Croce porta ancora oggi i segni visibili e invisibili del disastro del 19 luglio 1966. La frana, che inghiottì strade ed edifici, non causò vittime dirette ma innescò un esodo forzato: centinaia di famiglie persero le loro case e furono trasferite in nuovi quartieri periferici, come Villaseta, nati in emergenza. Quell’evento drammatico segnò l’inizio di un lungo periodo di abbandono e degrado per Santa Croce e per ampie parti del centro storico agrigentino, un cuore antico svuotato dei suoi abitanti e della sua vitalità. Un piano particolareggiato per il recupero del quartiere fu approvato nel lontano 2005, ma per vent’anni è rimasto lettera morta, un documento impolverato negli archivi comunali, simbolo di un’inerzia che sembrava insormontabile.
Oggi, finalmente, la musica sembra cambiata. Il nuovo finanziamento da 2,9 milioni, ottenuto tramite il Fondo Unico Regionale per l’edilizia sociale, si aggiunge ai circa 18 milioni già intercettati dall’amministrazione comunale per la stessa area: 10 milioni destinati specificamente alla rigenerazione urbana e circa 5,4 milioni legati al progetto “Sicuro, Verde Sociale”. Questa convergenza di risorse, provenienti da canali diversi, permette di delineare un intervento complesso e multi-sfaccettato. L’obiettivo non è solo ristrutturare edifici, ma ridare un’anima al quartiere, puntando su un mix di funzioni: residenziale, sociale e culturale.
Santa Croce Obiettivo: Ricucire lo strappo tra centro e periferia
La scelta di destinare l’ultimo finanziamento alla creazione di “alloggi a canone sostenibile” è particolarmente significativa. Si mira a invertire la tendenza allo spopolamento del centro storico, offrendo soluzioni abitative accessibili a giovani coppie, famiglie, studenti o anziani, ricreando quel tessuto sociale che la frana aveva disperso. Questi nuovi alloggi dovranno integrarsi nel contesto storico, rispettandone le caratteristiche architettoniche e ambientali, come richiesto dalle stesse finalità del progetto che punta a “salvaguardare, tutelare e recuperare i beni culturali esistenti”. Le indagini geologiche e archeologiche appena avviate sono fondamentali proprio per garantire che i nuovi interventi siano realizzati in sicurezza e nel pieno rispetto del patrimonio storico-archeologico del sito.
Ma Santa Croce non sarà solo residenze. Il progetto mira a restituire al centro storico la sua funzione di “cuore pulsante della vita urbana”, oggi frammentata nelle periferie. Si punta a “valorizzare il centro storico come polo d’attrazione culturale”, creando spazi e attività capaci di attrarre non solo nuovi residenti, ma anche visitatori. Si pensa a botteghe artigiane, piccoli esercizi commerciali, luoghi di incontro e, non da ultimo, a dotare l’area delle “attrezzature atte a soddisfare il fabbisogno dei residenti”, come servizi di prossimità, aree verdi e spazi gioco.
Il sindaco Francesco Miccichè e l’assessore alla Rigenerazione urbana, Gerlando Principato, sottolineano “l’impegno costante dell’amministrazione comunale” e la “preziosa collaborazione degli uffici tecnici”. Evidenziano come questo intervento si inserisca in una strategia più ampia di rivitalizzazione del centro storico, citando l’esempio dei lavori già avviati per il recupero di un intero isolato a Terravecchia (un investimento da oltre 5 milioni di euro, sostenuto anche dall’assessore regionale Roberto Di Mauro), a pochi passi dal Municipio. L’amministrazione ha inoltre in programma “ulteriori interventi di risanamento e riqualificazione ambientale” nell’area di Santa Croce e dintorni.
“Finalmente, dopo anni di attese e difficoltà, il piano di riqualificazione di Santa Croce è realtà,” affermano con soddisfazione Miccichè e Principato, interpretandolo come “segno di una volontà amministrativa chiara e di un impegno concreto per il futuro del centro storico”. La sfida è complessa: si tratta di intervenire in un contesto fragile, ricco di storia ma segnato da decenni di incuria, rispettando i vincoli paesaggistici e archeologici e garantendo che i benefici della riqualificazione siano diffusi. Ma l’avvio delle indagini preliminari rappresenta un passo fondamentale, un segnale tangibile che la lunga attesa per Santa Croce potrebbe essere davvero finita. Agrigento scommette sul recupero del suo cuore antico per costruire un futuro più “vivibile e sostenibile”.