Tensione a Lampedusa in questi primi giorni di luglio, con la cittadinanza esasperata dalla pressione mediatica sull’immigrazione, che scoraggia il turismo e con le forze di polizia che hanno “osato” elevare multe per il mancato rispetto del codice della strada. Lampedusa è indubbiamente uno dei lembi di terra più belli del nostro paese, un isola la cui vicinanza alla Libia è sempre stata un problema, dai missili dimostrativi di Gheddafi fino ad arrivare agli sbarchi. La vocazione turistica perno centrale dell’economia locale non può e non deve arrestarsi per questa ragione si dovrebbe pensare ad altri luoghi dove raccogliere i migranti salvati nel mediterraneo, su questo non possiamo che solidarizzare con la popolazione locale.
Ma di contro, non si può pretendere di essere un porto franco dove le regole vengono costantemente ignorate, anzi siamo convinti che la pioggia di multe serva a riportare alla normalità questo martoriato lembo di territorio. Un luogo bellissimo e reso più sicuro, grazie al rispetto del codice della strada.
“I controlli sui luoghi di vacanza sono disposti centralmente con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti, specie in quelle realtà dopo la polizia municipale non è ben strutturata. E sono disposti venendo incontro a precise richieste dei sindaci che sono autorità locali pubblica sicurezza. Non drammatizzerei per i comportamenti di pochi sconsiderati che lungi dal risultare utili ci spingono con più determinazione a proseguire la nostra attività di prevenzione”.
Lo ha detto il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, commentando il la tensione e il malcontento di alcuni lampedusani dopo che i poliziotti della sezione Volanti, in due giorni, hanno, sulla più grande delle isole Pelagie, elevato decine e decine di contravvenzioni per auto non revisionate e prive di assicurazione, ma anche per guida senza patente.
Tensione a Lampedusa che è esplosa ieri sera quando, nei pressi di molo Favarolo dove stavano documentando gli ultimi sbarchi di migranti, è stata aggredita e minacciata una troupe di Rai1. I giornalisti sono stati accusati di parlare sempre di immigrazione pregiudicando il turismo e determinando la “militarizzazione” dell’isola che s’è tradotta nel ripristino delle regole del codice della strada.