Parla Rosa Carmina Superstite della strage dello scorso 11 dicembre in via Trilussa a Ravanusa e accusa che in quella strada furono avvisato del pericolo, da una ditta di San Cataldo, lo fa nell’occasione del ricordo di Selene Pagliarello.
La comunità di Campobello di Licata ha ricordato Selene Pagliarello, il piccolo Samuele che aveva in grembo e sarebbe nato pochi giorni dopo e papà Giuseppe Carmina, la famiglia uccisa nell’esplosione di gas di via Trilussa dell’11 dicembre scorso a Ravanusa.
A pochi passi dell’abitazione, nel quartiere dove è cresciuta la giovane Selene, è stata collocata una targa in loro memoria. Alla cerimonia, oltre ai genitori di Selene Pagliarello, erano presenti anche le uniche due sopravvissute della strage, Giuseppa Montana e la cognata Rosa Carmina.
La superstite, nel ricordare la sera dell’esplosione, accusa: “Nella mia famiglia sono morte otto persone. Quella notte la nostra vita si è improvvisamente capovolta. Nella strada, c’era un’impresa di San Cataldo che in passato si era occupata di alcuni lavori e ci dicevano che eravamo in pericolo, ma noi non ne capivamo il motivo”.
Nelle ore successive alla strage, si era ipotizzato di precedenti segnalazioni legate all’odore di gas nella zona. La circostanza, tuttavia, non avrebbe trovato riscontro ufficiale.
Redazione – Agrigento Post