Una storia di degrado sociale che suscitò l’indignazione e la rabbia di migliaia di cittadini quella di una madre che nel 2017 vendeva la propria figlia tredicenne facendola prostituire anche intascare la misera cifra di 30 euro.
Per quella vicenda la corte d’appello di Palermo ha assolto dall’accusa di atti sessuali su una minore, il menfitano Vito Sansone di quarantatré anni anni.
La vicenda risale al 2017 e riguardava le accuse di abusi sessuali ai danni di una minore, una ragazzina di appena tredici anni che sarebbe stata costretta a prostituirsi accompagnata dalla sua stessa madre, tra le campagne di Menfi e Gibellina, dove si sarebbero consumati gli incontri sessuali a pagamento. Secondo le indagini svolte dai carabinieri, le prestazioni sessuali avrebbero avuto un costo tra i 30 e i 200 euro.
La minorenne era già stata allontanata dalla casa della madre nel duemiladiciassette quando iniziarono le indagini. Mentre la madre è già stata giudicata, avendo optato per il rito abbreviato e lo sconto di pena che comporta tale procedura. Per cui è condannata con il rito abbreviato a otto anni di reclusione.
Oltre la madre Vito Sansone erano stato arrestati dai carabinieri altri quattro uomini di età compresa tra i 18 e i 68 anni, tutti accusati di violenza sessuale su minori.
Redazione – Agrigento Post