Menfi – Una donna di 40 anni, identificata come C.P., è finita agli arresti domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico. La Corte d’Appello di Palermo ha respinto la richiesta di revocare la misura cautelare, confermando una condanna a un anno e sei mesi per stalking ai danni di un’assistente sociale del Comune e per resistenza a pubblico ufficiale.
La vicenda ha origine da una disputa legata a provvedimenti adottati dal Tribunale per i Minorenni di Palermo circa due anni fa. Secondo l’accusa, la donna riteneva l’assistente sociale responsabile della decisione di sospendere la sua responsabilità genitoriale e di vietarle le visite ai figli. Non accettando tali disposizioni, C.P. si sarebbe recata al municipio di Menfi, dove avrebbe aggredito verbalmente la funzionaria.
Il legale della quarantenne, l’avvocato Calogero Lanzarone, ha sostenuto che la sua assistita si era recata presso gli uffici comunali esclusivamente per avere notizie sui figli e che il suo comportamento non avrebbe mai raggiunto il livello di gravità necessario per configurare il reato di stalking.
Nonostante queste argomentazioni, la Corte ha deciso di mantenere la misura cautelare, considerandola necessaria per evitare possibili recidive. I fatti risalgono a circa due anni fa, ma il caso ha riacceso il dibattito sulla gestione delle situazioni familiari critiche e sul ruolo delle istituzioni nel tutelare tutte le parti coinvolte.