LINOSA (AG) – Un post sui social ha acceso i riflettori su una realtà drammatica: la vita sull’isola di Linosa, parte dell’arcipelago delle Pelagie, è diventata insostenibile per i suoi abitanti. Tra l’indignazione generale e qualche parola di gratitudine per il lavoro instancabile della Guardia Costiera di Lampedusa, emerge uno scenario che oscilla tra lo stato di emergenza e il totale abbandono istituzionale.
Farmaci portati via mare: una situazione precaria
La chiusura della farmacia di Linosa, ormai da oltre un mese, ha messo in ginocchio gli abitanti. I farmaci arrivano grazie al farmacista di Lampedusa, il dottor Giuseppe Tripolino, che si occupa di inviarli via mare. Tuttavia, quando il mare è mosso, le consegne diventano impossibili.
Un recente episodio ha visto 26 persone rimanere senza medicinali per giorni a causa del mare forza 5, che ha impedito alla nave di attraccare. Solo l’intervento della Guardia Costiera, con una motovedetta che ha affrontato condizioni avverse, ha permesso di consegnare i farmaci essenziali.
Un medico part-time per l’intera isola
A complicare ulteriormente la situazione è la questione del medico di base. Il dottore Dionysios Liapis, che divide il suo tempo tra Lampedusa e Linosa, è presente sull’isola solo tre giorni a settimana. Durante gli altri giorni, gli abitanti devono rivolgersi alla Guardia Medica, che però non può soddisfare tutte le richieste, come prescrizioni e documenti medici specifici.
Il giovane Dionysios, secondo indiscrezioni, avrebbe espresso il desiderio di trasferirsi a tempo pieno a Lampedusa, ma l’Asp di Palermo ha annunciato un concorso pubblico per il mese di marzo per assegnare in modo definitivo i posti vacanti di medicina generale.
Lo sfogo degli isolani
Tra rabbia e rassegnazione, gli abitanti di Linosa si sentono sempre più trascurati dalle istituzioni. “Viviamo in un perpetuo stato di emergenza, dove anche ottenere informazioni è un’impresa titanica,” racconta un giovane linosano che preferisce rimanere anonimo.
“Abbiamo dovuto abituarci a vivere così, ma è sempre più difficile. Il medico non può garantire assistenza completa, la farmacia è chiusa, e siamo senza un parroco. Persino i punti di approdo delle navi sono in condizioni precarie, costringendo le imbarcazioni a evitare l’isola quando il mare non è perfettamente calmo.”
Una farmacia essenziale ma fragile
La farmacia di Linosa, aperta nei primi anni 2000 grazie agli sforzi dell’allora sindaco Bruno Siragusa, è un simbolo dell’autosufficienza dell’isola. Tuttavia, mantenerla operativa si è rivelato un compito arduo. Anche l’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Filippo Mannino, sta affrontando difficoltà nel garantire il servizio.
Il farmacista di Lampedusa, intanto, sta cercando soluzioni per riaprire la farmacia, ma il processo richiederà tempo.
Il ruolo insostituibile della Guardia Costiera
La Guardia Costiera è diventata una risorsa fondamentale per Linosa. Oltre a garantire la consegna di farmaci, i marinai in divisa bianca si occupano di numerose emergenze sanitarie e logistiche. Gli abitanti non mancano mai di esprimere la loro gratitudine per il loro lavoro instancabile.
“Senza la Guardia Costiera saremmo completamente isolati. Hanno affrontato condizioni impossibili per portarci medicinali essenziali,” racconta un residente.
La speranza in un futuro più stabile
In questo contesto di precarietà, ci sono segnali di speranza. La dottoressa Anna Spatola, originaria di Cuneo ma già operativa a Lampedusa, ha espresso il desiderio di occuparsi dei pazienti delle Pelagie. Anche la dottoressa Antonia Billeci, lampedusana in servizio ad Aosta, sarebbe disposta a tornare nella sua terra natale per supportare la comunità.
Queste opzioni, tuttavia, dipendono dall’esito del concorso pubblico dell’Asp di Palermo, previsto per marzo. Nel frattempo, gli abitanti di Linosa continuano a vivere nell’incertezza.
Un disagio che colpisce anche Lampedusa
Non solo Linosa, ma anche Lampedusa affronta disagi legati alla carenza di medici. Il poliambulatorio dell’isola è costantemente affollato, e quando il medico di Linosa riceve i pazienti della dottoressa Rita Cutrona, recentemente andata in pensione, le code diventano interminabili.
Gli abitanti di Linosa, intanto, si chiedono perché debbano essere lasciati senza un medico di base, nonostante la loro condizione di isolamento geografico e logistico.
La situazione a Linosa rappresenta un esempio lampante delle difficoltà affrontate dall’insularità. La chiusura della farmacia e la presenza ridotta del medico di base non sono solo disservizi, ma violazioni del diritto fondamentale alla salute. Gli abitanti continuano a sperare che le istituzioni ascoltino il loro grido di aiuto e mettano in atto soluzioni concrete e rapide. Fino ad allora, la resilienza della comunità, unita al lavoro instancabile della Guardia Costiera e dei pochi professionisti ancora presenti, sarà l’unico baluardo contro l’abbandono.