Il cadavere di Angelo Castronovo, bracciante agricolo ucciso oggi, è stato trovato da un automobilista su una strada battuta circondata da una coltivazione in contrada Cipolla a Licata. L’uomo ha subito dato l’allarme, chiamando il 118 e i carabinieri. Non è stata ancora accertata l’ora dell’agguato, pare che l’uomo sia stato colpito da più colpi di arma da fuoco. L’uomo è stato raggiunto da un colpo di pistola alla tempia e da un paio di colpi, esplosi con fucile a pallettoni che lo hanno preso in diverse parti del corpo, alcuni anche al volto. Al momento, i carabinieri ritengono che le armi utilizzate per uccidere il sessantacinquenne siano state dunque due. I militari dell’Arma e la Procura di Agrigento attenderanno però la conferma dall’autopsia.
Nella zona in cui è stato ucciso il bracciante agricolo sono in corso i rilievi per stabilire come il killer o i killer siano arrivati e quanti colpi abbiano sparato. L’inchiesta è coordinata dal pm di Agrigento Giulia Sbocchia e dall’aggiunto Salvatore Vella. E’ stato richiesto l’intervento dei vigili del fuoco del comando provinciale per illuminare l’area.
Angelo Castronovo di Palma di Montechiaro, ucciso questo pomeriggio in contrada Cipolla a Licata, mentre lavorava sul suo appezzamento di terreno, era stato rinviato a giudizio per dodici ipotesi di detenzione e porto illegale di armi. A Palma il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 furono messi a segno due agguati. In uno fu ucciso Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar. Ad ammazzarlo, secondo la Procura, sarebbero stati lo stesso Castronovo e Salvatore Azzarello, 37 anni, che è stato, poi, ucciso nel 2017. Castronovo era stato arrestato, dalla Squadra Mobile, il 30 luglio del 2020, nell’ambito dell’inchiesta su una faida, che avrebbe provocato due omicidi come conseguenza del furto di un trattore. A ritenere affievolite le esigenze cautelari era stata la Corte di assise di Agrigento.