Lampedusa, un’ombra oscura si allunga sull’isola. La procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio per 21 persone, tra cui politici, dirigenti comunali e imprenditori, accusate di aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. L’inchiesta, condotta dal procuratore Giovanni Di Leo e dal sostituto procuratore Giulia Sbocchia, ha svelato un presunto sistema di appalti truccati e favoritismi che avrebbe profondamente inquinato la pubblica amministrazione.
Ecco i nomi dei 21 imputati: Salvatore Martello (ex sindaco di Lampedusa), Manlio Maraventano, Giuseppe Di Malta, Salvatore Prestipino, Nicola Andrea Policardo, Giovanni Martello, Antonio Martello, Rosa Martello, Claudia Castrone, Annalisa Lombardo, Massimo Campione, Domenico Cucina, Stefano Cucina, Rosario Cucina, Giovanna Taormina, Gianluca Cucina, Nicola Cucina, Umberto Cucina, Pietrino Cucina, Salvatore Cucina e Rosa Cucina.
Al centro dell’indagine, l’appalto per i lavori di manutenzione della rete fognaria di Lampedusa. Secondo l’accusa, gli ex amministratori locali, con l’ex sindaco Martello in testa, avrebbero architettato un sistema per pilotare l’assegnazione dei lavori e favorire imprese amiche. “Qui comando io, e si fa come dico io”, avrebbe intimato uno dei dirigenti comunali all’imprenditore che si era regolarmente aggiudicato l’appalto.
Tra le aziende che avrebbero beneficiato del sistema corruttivo, figurano anche quelle gestite dai familiari dell’ex sindaco Martello, tra cui il fratello, due nipoti e la cognata. Un intreccio di parentele e favoritismi che avrebbe trasformato la pubblica amministrazione in un affare privato.
L’inchiesta ha scosso profondamente la comunità di Lampedusa, portando alla luce un sistema di corruzione radicato e pervasivo. La prima udienza preliminare, fissata per il 20 febbraio davanti al giudice Iacopo Mazzullo, sarà l’inizio di un processo che si preannuncia lungo e complesso. Un processo che dovrà fare chiarezza su una vicenda che ha minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.