Giovedì grasso. Tra maschere, coriandoli e tradizioni.
Oggi, inizia l’ultima settimana di carnevale, quella che precede la Quaresima cristiana.
Giovedì e Martedì, sono le giornate simbolo del carnevale. Ma perché si chiamano così?
Ecco, mercoledì prossimo sono le ceneri ed oggi è esattamente una settimana dall’inizio della preparazione a Pasqua. La Quaresima è un periodo di digiuno e così la settimana prima si mangia, fino ad abbuffarsi. Ecco perché il primo e l’ultimo giorno di questa settimana vengono festeggiati.
Queste due giornate nascono cosi.
Carnevale, è una festa che è difficile non amare. Colorate maschere sfilano su sontuosi carri . E’ la festa dei bambini, dei colori ma anche dell’arte. Tant’è che è la festa più celebrata nel mondo. Da Viareggio a Venezia in Italia fino ad arrivare a Rio de Janeiro.
Giovedì grasso: tradizioni siciliane
Ogni zona d’Italia ha le sue usanze,i suoi dolci e le sue maschere. In Sicilia, uno dei carnevali più famosi è quello di Sciacca paragonato ai grandi carnevali del nord. Qui il carnevale inizia giovedì grasso, quando vengono consegnate le chiavi della città a Peppe Nnappa, la maschera locale. Seguono i carri con balli e canti tipici siciliani. La festa finisce martedì, quando viene bruciato il carro di Peppe Nnappa.
Ad Acireale invece, i carri sono molto grandi e fatti di cartapesta. Questa tradizione si tramanda dai tempi del dominio aragonese.
Uno dei più antichi e folcloristici carnevali siciliani è quello di Mezzojuso. Nasce nel 1600, quando veniva portata in scena una storia d’amore : “Mastro di Campo”. Per mantenere l’usanza, oggi , il giorno di giovedì grasso vengono coinvolti figuranti con addosso costumi dell’epoca. Con il tempo si sono aggiunti anche personaggi come Garibaldi, che inscena una battaglia insieme alle sue truppe. Alla fine di ogni evento però, Mastro di Campo riesce a conquistare la sua amata.
Insomma, in qualsiasi zona siate, festeggiate con le vostre usanze.
Nicoletta De Feo