Racalmuto sembra avere un destino segnato: quello di generare narratori capaci di scandagliare l’anima complessa della Sicilia, dopo Sciascia, è Gaetano Savatteri. Nato proprio a Racalmuto nel 1964, ad aver raccolto il testimone, diventando una delle voci più lucide e apprezzate nel panorama del giornalismo e della letteratura italiana contemporanea.
Giornalista di lungo corso (caporedattore al TG5), saggista attento ai fenomeni sociali e alla criminalità organizzata, Savatteri ha trovato nel romanzo, e in particolare nella creazione del suo personaggio più celebre, Saverio Lamanna, lo strumento ideale per raccontare una Sicilia diversa, lontana dai cliché più triti, una terra piena di contraddizioni ma anche di ironia, bellezza e inaspettate risorse.
La formazione di Gaerano Savatteri è quella di un giornalista “sul campo”. Dopo gli studi e le prime esperienze in testate locali siciliane, approda a Roma lavorando per importanti quotidiani e settimanali, fino a raggiungere una posizione di rilievo nella redazione del TG5.
Questa lunga militanza nel giornalismo d’inchiesta e di cronaca gli ha fornito una conoscenza profonda dei meccanismi del potere, delle dinamiche sociali e delle complessità italiane, con un focus particolare sulla sua terra d’origine.
Un aneddoto significativo dei suoi anni da cronista riguarda le sue inchieste sulla mafia e sulla cosiddetta “zona grigia”, quel mondo di connivenze e complicità che spesso rende difficile distinguere nettamente tra lecito e illecito. Questa esperienza diretta si rifletterà nella sua scrittura, sia saggistica che narrativa, sempre attenta a evitare semplificazioni e a mostrare le sfumature.
Parallelamente all’attività giornalistica, Savatteri ha sviluppato una prolifica carriera di scrittore. Ha pubblicato saggi importanti sulla mafia (La ferita di Sòntana), sulla storia siciliana e sui suoi personaggi (incluso un libro intervista proprio con Andrea Camilleri, La Sicilia è un’isola per modo di dire). Ma è con la narrativa che raggiunge il grande pubblico. Dopo alcuni romanzi apprezzati dalla critica, nel 2016 pubblica La congiura dei loquaci, il primo libro che vede protagonista Saverio Lamanna.
Il personaggio nasce quasi per caso, come protagonista di un racconto, ma conquista subito l’autore e i lettori. Lamanna è un giornalista squattrinato e un po’ cinico che, dopo aver perso il lavoro a Roma per un eccesso di “spirito critico”, torna nella sua Sicilia, a Màkari (luogo immaginario ma chiaramente ispirato alla costa trapanese, vicino a San Vito Lo Capo), nella vecchia casa di vacanza dei genitori. Qui, tra un bagno al mare e un piatto di pasta con le sarde, si ritrova, quasi suo malgrado, a investigare su misteri e delitti locali, più per curiosità e per noia che per vocazione da detective.
Gaetano Savatteri e Saverio Lamanna
Saverio Lamanna è un personaggio profondamente diverso dagli investigatori classici o dai commissari tormentati. È un “disoccupato di successo”, come si autodefinisce, un uomo colto ma pigro, ironico, a tratti indolente, che osserva la realtà siciliana con uno sguardo disincantato ma non privo di affetto. Non ha distintivi né pistole, le sue armi sono l’intuito, la conoscenza del territorio e delle sue dinamiche umane, e una buona dose di sarcasmo.
È affiancato da un amico d’infanzia eccentrico e scanzonato, Peppe Piccionello, che funge da spalla comica ma anche da preziosa fonte di informazioni locali. Un dettaglio che caratterizza Lamanna è il suo rapporto con la scrittura: sogna di diventare uno scrittore, ma la sua pigrizia e le sue insicurezze glielo impediscono, relegandolo al ruolo di “investigatore per caso”.
Il successo dei romanzi di Savatteri con protagonista Lamanna (Il delitto di Kolymbetra, La fabbrica delle stelle, Il lusso della giovinezza) è dovuto a diversi fattori: la scrittura brillante e ironica, le trame gialle ben congegnate ma mai troppo cupe, l’ambientazione solare e affascinante di Màkari, e soprattutto la capacità di raccontare una Sicilia contemporanea, alle prese con problemi reali (disoccupazione, abusivismo, piccole e grandi illegalità) ma anche piena di vita, di bellezza paesaggistica e di umanità variegata.
Savatteri riesce a evitare la trappola della “sicilianità” stereotipata, mostrando un’isola più complessa e sfumata, dove convivono arretratezza e modernità, fatalismo e voglia di riscatto. Si racconta che l’ispirazione per Màkari e i suoi personaggi derivi dalle lunghe estati trascorse da Savatteri proprio in quella zona della Sicilia occidentale, osservando la gente, ascoltando le storie, assorbendo l’atmosfera unica di quei luoghi.
La consacrazione definitiva per Saverio Lamanna arriva con la trasposizione televisiva. La serie Màkari, prodotta dalla RAI e interpretata da Claudio Gioè nel ruolo del protagonista, ottiene un successo di pubblico enorme fin dalla prima stagione (2021).
La fiction riesce a catturare lo spirito dei romanzi: l’ironia, la bellezza dei paesaggi, le indagini leggere ma non banali, il rapporto tra Lamanna e Piccionello. Il successo della serie ha amplificato la notorietà di Savatteri e del suo personaggio, facendoli conoscere a un pubblico ancora più vasto e contribuendo a promuovere l’immagine di una Sicilia diversa, solare e affascinante.
Gaetano Savatteri, partito da Racalmuto sulle orme ideali di Sciascia, ha saputo trovare una sua voce originale per raccontare la Sicilia di oggi. Attraverso lo sguardo ironico e disincantato del suo Saverio Lamanna, ci offre un ritratto acuto e divertente delle contraddizioni, delle bellezze e delle speranze della sua terra, dimostrando come il giornalismo e la letteratura possano ancora essere strumenti potenti per comprendere il presente e immaginare il futuro, anche sorridendo.