Ecco perché il silenzio mette a disagio.
Quante volte ti è capitato di iniziare a parlare tanto, con nuovi colleghi, amici di amici o in una conversazione a due?
Beh, se ancora non lo sai, probabilmente ti sei sentito a disagio. La verità è che in fondo conosci benissimo la sensazione che provi un attimo prima di parlare.
Ecco perché il silenzio mette a disagio, secondo la psicologia
Nel momento in cui si presenta un silenzio prolungato, si manifesta l’imbarazzo. Ma come si attiva questo processo mentale?
Secondo uno studio del Dipartimento di psicologia dell’ Università di Groningen, il silenzio è imbarazzante poiché indica qualcosa che non va nel discorso con l’interlocutore. Ma uno studio precedente aveva già riportato in luce del perché utilizziamo i suoni e quindi le parole, per riempire il silenzio.
Abbiamo scoperto che una conversazione fluente, oltre a essere molto piacevole, ci informa che le cose vanno bene. Significa che facciamo parte di questo gruppo e che siamo d’accordo l’uno con l’altro. Questo tipo di conversazioni serve per stabilire l’appartenenza, l’autostima e fornisce una validazione sociale.
Far parte di un gruppo. Quanto è importante far parte di un gruppo durante l’infanzia e soprattutto in una delle fasi più critiche dell’età, ovvero in adolescenza?
La risposta è chiara, ma se per qualsiasi motivo tu abbia deciso di allontanarti dagli altri (le ipotesi come sempre possono essere molteplici), magari per un problema o perché hai vissuto qualsiasi forma di vessazione o bullismo, fenomeno aimè ancora così contemporaneo,
Sappi che non sei solo ma che fai parte di una grande comunità!
Lo vedi che fai parte di un gruppo, anche se non è tangibile? Le tue emozioni e i tuoi sentimenti sono unici in quanto fanno parte di te, che sei un essere perfetto e irripetibile, ma sono anche comuni, poiché l’essere umano vive gli stessi meccanismi interni quindi no, non sei l’unica particella di sodio come ricorda una famosa pubblicità!
Si, perfetto e irripetibile, hai letto bene. Perché anche se ogni giorno ti senti diverso o imperfetto per una ragione che solo tu conosci, sei e rimani unico!
Ciascun essere umano è una forma di vita in se stessa unica e irripetibile. L’uomo nasce con la sua individualità. Ma c’è qualcosa che egli può fare al di là e al di sopra del materiale precostituito della sua natura, e cioè può diventare cosciente di ciò che lo fa essere la persona che è, e può consciamente adoperarsi per connettere ciò che egli è con il mondo che lo circonda. E questo è forse il massimo che ci è dato di fare.
Carl Gustav Jung
La connessione come ci ricorda Jung, è avvicinarsi all’altro e al mondo esterno. Ma è anche qualcosa di prettamente intimo!
Molto spesso solo quando due menti si connettono e avvicinano, si arriva poi a un avvicinamento fra corpi. Credo che l’amore, il sesso, ma così come l’amicizia, la fratellanza, e i diversi rapporti umani partano tutto da questa parolina magica: la connessione.
Non sentirti più a disagio, e se continuerai a sentirti in imbarazzo sorridi.
E’ l’accessorio più sexy e accattivante che tu possa indossare.
Non c’è persona più affascinante di una persona introversa.
Dietro le sue tante parole, c’è un mondo non detto da scoprire!
Marta Riga