Agrigento, vasta operazione antidroga: fermate oltre 30 persone
Un’imponente operazione dei carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Agrigento, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, è scattata nella notte coinvolgendo diverse località della provincia. I militari hanno eseguito numerosi provvedimenti di fermo a carico di oltre trenta individui, accusati di traffico di droga e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso.
L’operazione ha coinvolto principalmente Agrigento e Porto Empedocle, ma si è estesa anche ad altri comuni limitrofi, dove i carabinieri hanno fatto scattare i controlli e le esecuzioni dei fermi. I soggetti coinvolti sono accusati, oltre che di traffico illecito di stupefacenti, anche di altri reati gravi, tra cui danneggiamenti ed episodi di intimidazione. Il coordinamento della Dda di Palermo ha consentito di smantellare una vasta rete di attività illecite che operava sul territorio, con collegamenti riconducibili ad ambienti mafiosi.
Legami con la criminalità organizzata
Secondo quanto emerge dalle prime indiscrezioni, tra i fermati figura un nome di spicco: Gaetano Licata, un quarantenne agrigentino, considerato dagli inquirenti una figura centrale nell’organizzazione criminale. Licata è noto alle forze dell’ordine e alla magistratura per essere stato già condannato in via definitiva a dieci anni di reclusione per mafia nel contesto dell’operazione “Nuova Cupola”, che aveva portato alla luce l’attività della mafia empedoclina.
L’operazione di questa notte rappresenta il culmine di un’attività investigativa articolata e complessa, condotta dai carabinieri sotto la direzione della Dda palermitana. L’inchiesta ha messo in luce un sistema ben organizzato, che sfruttava metodi di intimidazione e controllo del territorio per imporre il traffico di droga e consolidare il proprio potere. L’aggravante del metodo mafioso contesta agli indagati evidenzia come l’organizzazione criminale abbia agito con logiche tipiche delle cosche, consolidando un vero e proprio dominio in alcune aree della provincia.
L’attività investigativa
L’attività investigativa ha permesso di monitorare movimenti sospetti, intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché pedinamenti che hanno ricostruito la complessa rete di spaccio. I carabinieri hanno lavorato senza sosta per individuare le connessioni e i ruoli ricoperti dai vari indagati all’interno dell’organizzazione. Tra i reati contestati spiccano episodi di danneggiamento, presumibilmente utilizzati come metodo per intimorire chi si opponeva al controllo della criminalità locale.
L’operazione, che ha richiesto un dispiegamento significativo di uomini e mezzi, rappresenta un duro colpo al traffico di stupefacenti nella provincia agrigentina. Le attività criminali, secondo le indagini, avrebbero garantito enormi profitti, reinvestiti in altre operazioni illecite per rafforzare ulteriormente l’influenza del gruppo sul territorio. La diffusione capillare del traffico di droga ha reso necessario un intervento tempestivo per arginare il fenomeno e restituire sicurezza alle comunità locali.
Il Blitz Antidroga
I militari dell’Arma hanno operato con grande discrezione e determinazione, intervenendo simultaneamente in diverse località per evitare possibili fughe o tentativi di eludere l’arresto. Nei prossimi giorni, ulteriori dettagli sull’operazione verranno resi noti dalle autorità competenti, che faranno luce sull’intera vicenda e sul ruolo dei singoli soggetti fermati.
Questa operazione non solo segna un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata e al traffico di droga, ma rappresenta anche un segnale forte alla cittadinanza: lo Stato è presente e determinato a contrastare ogni forma di illegalità. I risultati raggiunti sono il frutto di un lavoro meticoloso da parte degli inquirenti e dei carabinieri, che hanno coordinato ogni fase dell’operazione con grande efficacia.
La provincia di Agrigento, da tempo al centro dell’attenzione per fenomeni di infiltrazione mafiosa, vede oggi un nuovo intervento volto a ripristinare la legalità e a colpire i responsabili delle attività illecite. La figura di Gaetano Licata, già noto per il suo passato, conferma l’esistenza di legami profondi tra traffico di droga e organizzazioni mafiose, con dinamiche che continuano a essere monitorate con attenzione dalle autorità.
L’operazione di questa notte, che ha visto l’arresto di oltre trenta persone, rappresenta solo un tassello di un impegno costante contro la criminalità organizzata. Il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine proseguirà nelle prossime settimane per assicurare alla giustizia tutti coloro che hanno preso parte a queste attività, confermando l’impegno delle istituzioni nella lotta contro il traffico di droga e ogni forma di illegalità sul territorio.
Gli arrestati
Questi i nomi delle persone raggiunte dall’ordinanza di fermo, tutti personaggi noti del panorama criminale agrigentino e non: dal favarese Domenico Blando, colui che curò la latitanza di Giovanni Brusca a Cannatello, a Fabrizio Messina, ritenuto il boss di Cosa nostra a Porto Empedocle nonché fratello dell’ergastolano Gerlandino. Colpito il clan di Villaseta con gli arresti di Gaetano Licata, già coinvolto e condannato a dieci anni nell’operazione Nuova Cupola, Pietro Capraro, Guido Vasile ed il figlio Nicolò e Giuseppe Sottile. Tra i numerosi arrestati c’è anche Giuseppe Fallea, trafficante di droga coinvolto in diverse operazioni avvenute in passato.