Agrigento – Dopo anni di apparente tregua, il dramma dell’inquinamento da acque di vegetazione torna a colpire il territorio agrigentino. Non si registravano episodi di questo tipo da tempo, tanto che sembrava che le indagini condotte dal Centro Anticrimine Natura dei Carabinieri di Agrigento e le sanzioni imposte avessero messo fine a questa pratica illegale. Eppure, una nuova scoperta ha riportato alla luce un problema mai del tutto risolto.
Il fiume Palma è stato trovato in uno stato di grave contaminazione, con decine di pesci morti lungo le rive e l’acqua caratterizzata da un inquietante colore viola. L’origine di questo disastro è stata individuata nello sversamento di acque di vegetazione, un residuo altamente tossico derivante dalla lavorazione delle olive.
Le acque di vegetazione, infatti, rappresentano un vero e proprio veleno per l’ambiente. La loro capacità inquinante è circa 200 volte superiore a quella degli scarichi fognari, poiché sottraggono ossigeno all’acqua e provocano la morte di tutte le forme di vita acquatiche. Un danno incalcolabile per l’ecosistema locale, già fragile e minacciato da altri fenomeni di degrado.
Nonostante i progressi ottenuti in passato grazie alle operazioni delle forze dell’ordine, questo nuovo episodio evidenzia quanto sia ancora lunga la strada da percorrere per tutelare le risorse naturali del territorio agrigentino. Le autorità sono al lavoro per identificare i responsabili di questo crimine ambientale e prevenire ulteriori danni.
Un video testimonia la drammatica situazione del fiume Palma e l’entità del disastro ambientale: Guarda il video.